Il Liceo Sarpi s’illumina d’immenso con Viabizzuno

Il Liceo Sarpi s’illumina d’immenso con Viabizzuno

La serata di mercoledì 21 settembre fa luce sull’approfondita ricerca filosofica, espressione massima della relazione con la vita nel suo contesto che Mario Nanni ha instaurato con la materia luminosa. Dopo l’esperienza consolidata con Viabizzuno, impresa artistica della luce che da più di venti anni ha segnato in modo indelebile il mercato del design, Mario Nanni svela al pubblico di Bergamo il suo personale approccio artistico. Il rapporto con archistar di spicco e le collaborazioni internazionali che hanno costellato il passato dell’azienda, hanno condotto i designer di Viabizzuno alla sperimentazione e progettazione di corpi luminescenti in sfide sempre nuove, concependo nuovi sistemi d’illuminazione e originali allestimenti museali, uno dei quali è inserito nella Casa dell’Arciprete. La dimora di via Donizetti ospita scenografici oggetti luminosi, nati dall’incontro tra la sapiente maestria artigianale e la tecnologia più avanzata.

L’evento del 21 settembre è però ambientato al Liceo Sarpi. La cornice del meeting mette a fuoco l’importante patrimonio del Liceo, rappresentato innanzitutto dalla struttura architettonica e dal patrimonio librario, scientifico e strumentale contenuto al suo interno.

Le porte di quest’affascinante struttura si sono aperte e alcuni dei suoi segreti sono stati svelati grazie a Giovanni Cutolo, Presidente del Comitato Scientifico dell’Associazione Fwd – Food wine and Design di Alba, ospite d’eccezione della serata. Matteo Vivian, lighting Consultant area manager di Viabizzuno, ha presentato il pensiero progettuale che anima la loro sorgente luminosa, un flusso vitale capace di illuminare il mondo dell’arte, del design e dell’architettura. Insieme, i Maestri della luce hanno passato in rassegna i tantissimi edifici storici e culturali illuminati ad arte dai designer di Viabizzuno, che hanno acceso teatri, chiese, musei e abitazioni private. Sistemi di illuminazione in grado di soddisfare ogni volta l’imperativo di riempirci gli occhi di grande bellezza.

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