La valorizzazione del patrimonio intangibile

In occasione della Convocazione dell’Assemblea per il rinnovo delle cariche associative del Gruppo Servizi Innovativi e Tecnologici di Confindustria Bergamo, si è tenuto l’intervento del Dott. Giorgio Papa, Direttore Generale Finlombarda sul tema “La valorizzazione del patrimonio intangibile in azienda”.

Come è composto il patrimonio di un’azienda? Capitale sociale, riserve e… il valore creato nel tempo. Quest’ultimo passa anche attraverso l’impiego di risorse e beni “intangibili” quali: capitale umano (insieme di know-how, competenze, talenti, conoscenze), relazionale (clientela, network, stakeholders) e strutturale (marchi, brevetti, licenze, copyrights, software, ecc.).

Le persone con le loro idee, inclinazioni, capacità, talenti e “intelligenze” rappresentano il file rouge dell’intervento di Giorgio Papa e soprattutto un’indispensabile risorsa su cui puntare per sviluppare il patrimonio intangibile nelle imprese. In funzione della tipologia e settore in cui l’impresa opera, il mix di intangibles cambia: aziende nel settore dell’ICT puntano più su brevetti, software e licenze mentre quelle del lusso prediligono brand e  creatività. Vi sono però alcuni elementi che accomunano questi elementi:

  • originano costi per l’azienda a fronte di utili che sono però differiti nel tempo;
  • si possono autonomamente trasferire e sono scindibili dall’azienda;
  • sono suscettibili di una stima autonoma del loro valore.

L’azienda cosa deve quindi “fare” rispetto a questi beni? Deve riuscire a:

  • individuarli;
  • valorizzarli. Se riesco a quantificare il peso che un certo bene intangibile ha per la mia azienda, riesco ad agevolare il mio accesso al credito;
  • comunicarli. Se riesco a comunicare efficacemente il valore della mia impresa nel tempo, riesco a ottenere consenso.

A ciò si aggiungono anche alcune guidelines strategiche per le imprese italiane, soprattutto PMI, che stanno attraversando un momento non facile, il consiglio di Papa: cercare fonti “innovative” di finanziamento che vadano al di là del tradizionale sistema bancario, guardando sia al private equity  che all’estero.

Nel successivo dibattito, si è inserita anche la riflessione di Giovanna Ricuperati che ha sottolineato come una parte delle aziende sia ancora poco sensibile al tema della valorizzazione e della comunicazione: “Essere sul mercato non è più sufficiente e non è una condizione che automaticamente garantisce di avere successo”, in quest’ottica si inseriscono i servizi di consulenza offerti alle imprese e che rappresentano un valore intangibile da introdurre nel business corrente dell’impresa al fine di aiutarle nel creare a loro volta un valore aggiunto.

Le idee emerse nel corso dell’incontro, rappresentano un approfondimento sui temi dell’innovazione e dell’intangibilità, elementi fondamentali per il successo dell’impresa ma spesso difficili da “misurare” con indicatori economico-finanziari. Si conferma così anche la necessità di trovare una via per una sempre più stretta integrazione fra il mondo manifatturiero / industriale e i cosiddetti servizi innovativi e tecnologici.

 

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