Eco e Colore…Per Guardare oltre

Il design e le installazioni che caratterizzano il Fuorisalone rappresentano punti di vista e suggerimenti per reinterpretare il modo con cui stiamo vivendo questo particolare momento di “crisi”.

Una prima riflessione riguarda la crescente attenzione di produttori e aziende, all’ambiente e alla natura sia nella fabbricazione degli oggetti che negli allestimenti. Questo atteggiamento “eco” si esprime attraverso: risparmio energetico e impiego di materiali naturali e/o riciclati quali: legno, scarti industriali, plastica riciclata o riciclabile, carta e cartone. Ne sono un esempio le nuove architetture in cartone per modellare lo spazio e la ricerca di prodotti originali come la collezione di tavoli, sgabelli, armadi, sedie e lampade di Kubedesign, di cui abbiamo alcune immagini.

Un altro esempio è quello delle lampade In-Ei realizzate dal designer giapponese Issey Miyake per Artemide, in cui un tessuto performante ed ecosostenibile «veste» una sorgente Led.

Sono solo alcune idee guida per definire qual è il valore aggiunto necessario per affermarsi sul mercato e rispetto al quale la capacità tutta italiana di saper combinare innovazioni, ricerca sui materiali ed estetica, dovrebbe avere un “vantaggio”.

Un altro punto in comune a molte “creazioni” è dato dalla ricerca del “meno”, inteso come Meno peso sull’ambiente per le costruzioni del futuro, Meno energia per le case e anche Meno grigio nelle città del futuro e più verde. Il tema del colore rappresenta così un altro aspetto importante di questo salone: poltrone, sedute, complementi d’arredo multicolor si sono imposti sulla scena, quasi a voler testimoniare la necessità di avere uno sguardo più ottimista rispetto alla crisi che sta attraversando parte del mondo occidentale…

Il colore la fa da padrone anche all’Università Statale, dove il percorso consigliato inizia dal Belvedere di Michele de Lucchi che permettere di cogliere interamente l’impatto scenografico delle installazioni:                                                                                                          dall’opera Surface di Alessandro e Franco Mendini con le sue colorate quinte teatrali di 11 metri a rappresentare le variazioni delle forme e lo scorrere del tempo.

4 thoughts on “Eco e Colore…Per Guardare oltre

  1. Francesca Caironi

    Tante le installazioni, tanti gli eventi che hanno caratterizzato il Fuori Salone. Tra questi merita di essere citato il locale temporaneo allestito da Heineken “The Club”, realizzato grazie al lavoro collettivo di 19 designer reclutati a livello internazionale. Il progetto, cui hanno lavorato in particolare designer provenienti da Milano, Tokio, New York e San Paolo, è partito da un analisi di cento questionari rivolti a clubber di tutto il mondo per cogliere le esigenze e i trend emergenti.

    Il risultato è The Club, uno spazio ispirato al tema “Changing Perspectives” dove ogni elemento, dalle luci agli arredi, dal look dello staff alle modalità di interazione tra le persone (le ordinazioni passano da un touch screen), è studiato per creare un effetto di scoperta progressiva, di continuo cambiamento, in “stile origami”. Elemento caratterizzante è l’illuminazione che distingue le diverse aree, all’interno delle quali ogni cosa cambia colore, compresa la grande parete fatte di bottiglie di Heineken Star Bottle.

  2. Federica Perico

    Merita attenzione anche l’angolo dedicato a Nespresso, un contenitore di esperienze multisensoriali, in grado di conquistare gli ospiti con il profumo e le emozioni di un caffè Nespresso in un’atmosfera accogliente e ricca di stimoli.
    Cuore del progetto, la capsula Nespresso: cellula di design replicata in migliaia di unità a formare un pattern sensibile che avvolge come una pelle le superfici dell’ampio spazio vuoto di ingresso. Un rivestimento vivo, fonte sonora e luminosa capace di veicolare effetti cromatici, musicali, immagini in movimento.
    E’ il mondo Nespresso, i suoi codici visivi e le sue forme iconiche, un insieme di frame sottratti ai luoghi e ai suoni della contemporaneità, agli spazi urbani e di vita. Proiezioni multiple e sovrapposte si animano sulle capsule, che come pixel, costruiscono un luogo fisico fatto di concetti e stimoli virtuali, elementi di normalità e quotidianità proposti in maniera sempre diversa, cosicché l’esperienza all’interno dello spazio non sia mai ripetibile.

  3. Consuelo Rocchi

    Altra installazione suggestiva NEOREAL 2012, intitolata “IN THE FOREST”, un’idea di Canon focalizzata sulle foreste che si estendono sul Pianeta. Una foresta di luci in cui addentrarsi alla scoperta delle potenzialità del digital imaging. L’installazione, creata dall’architetto Ryuji Nakamura insieme al gruppo di fashion designer mintdesigns e al videoartista Nobuhiro Shimura, riproduce un ambiente vegetale suggestivo e sorprendente, basata sul concetto di antinomia, e fatta di contrapposizione di mondi diversi, due poli contrastanti, uno statico e uno dinamico, mistero e vitalità, che si rivelano e convivono.

    Il buio ti avvolge e i giochi di luci, gli effetti visivi affascinano e restano nella memoria del visitatore.

  4. Federica Perico

    Un’attenzione particolare merita l’allestimento di Nespresso, un contenitore di esperienze multisensoriali, in grado di conquistare gli ospiti con il profumo e le emozioni di un caffè Nespresso in un’atmosfera accogliente e ricca di stimoli. Cuore del progetto, la capsula Nespresso: cellula di design replicata in migliaia di unità a formare un pattern sensibile che avvolge come una pelle le superfici dell’ampio spazio vuoto di ingresso. Un rivestimento vivo, fonte sonora e luminosa capace di veicolare effetti cromatici, musicali, immagini in movimento.
    E’ il mondo Nespresso, i suoi codici visivi e le sue forme iconiche, un insieme di frame sottratti ai luoghi e ai suoni della contemporaneità, agli spazi urbani e di vita. Proiezioni multiple e sovrapposte si animano sulle capsule, che come pixel, costruiscono un luogo fisico fatto di concetti e stimoli virtuali, elementi di normalità e quotidianità proposti in maniera sempre diversa, cosicché l’esperienza all’interno dello spazio non sia mai ripetibile.

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